Fyodor - Ma in che cazzo di casino mi sono infilato...

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  1. Vinter
     
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    Ma in che cazzo di casino mi sono infilato... Pensò, rassegnato, mentre si spostavano al “centro massaggi” di Feng. Se non si fosse trattato di lavoro, avrebbe già levato le tende da un pezzo.
    Feng era sempre stato uno che non faceva troppe domande... ma non dava neanche troppe risposte, forse anche per via di un suo perverso senso dell'umorismo. Così, quando tre giorni prima lo aveva ingaggiato come guardia del corpo, non aveva fatto troppe domande: non avrebbe comunque ricevuto alcuna risposta. Nessuna che avesse senso, quanto meno.
    L'ultima cosa che si sarebbe aspettato era entrare in una centrale di polizia, e sentire che oltre al cinese avrebbe dovuto parare le chiappe a un fottuto federale e due sbirri, il tutto per far arrivare un fantomatico VIP vivo al processo.
    La persona importantissima era uno gnometto iperattivo, e non ci volle molto a capire che era un runner... l'unico runner abbastanza socievole da compromettere la loro “casa sicura” con giorni di anticipo solo per mangiare una pizza tutti assieme. Avrebbe voluto spaccare la testa all'ometto, ma ne andava della sua reputazione.
    Fu una buona occasione per capire con chi aveva a che fare.
    Il federale era stato di poche parole, ma da quelle poche che aveva proferito risultò evidente che prima di allora avesse visto lo sprawl solo in cartolina. Quello, oppure stava attivamente cercando di farli ammazzare tutti.
    I due sbirri avevano espresso chiaramente ed esplicitamente che non si fidavano né di lui né di Feng. Il sentimento era reciproco, ma almeno poteva contare sul loro spirito di sopravvivenza che li rendeva più capaci del loro capo.
    Durante il trasferimento alla successiva “casa sicura”, e non c'era stato verso di convincere il federale a sparire nello sprawl in uno dei posti di Feng, aveva usato il vecchio trucco della radio a tutto volume per cercare di far parlare il federale e lo sbirro irlandese, magari mettere insieme un piano decente... ma ovviamente che cogliessero il suggerimento era chiedere troppo.
    La casa successiva era bellissima: esposta su tre lati, e con abbastanza spazio da farci stare due elicotteri affiancati... avrebbero potuto tranquillamente chiamare lo stabile “Morte Certa”.
    Il poliziotto messicano, che tra i due sembrava essere sia la mente che il braccio, che aveva viaggiato con Feng, arrivò solo, ma la cosa non lo fece preoccupare. Feng lo aveva avvisato che sarebbe stato “in giro per un po'”. Se il cinese non voleva che lo raggiungesse, non aveva motivo di preoccuparsi. Forse poteva essere il momento di convincere il federale a togliersi la scopa dal culo e pensare a sopravvivere: non aveva certo intenzione di farsi fottere da un damerino in doppio petto che pisciava solo agli orari stabiliti dalla procedura federale. Su questo argomento era perfettamente d'accordo con gli sbirri, che stavano cercando di convincerlo, con poco successo apparentemente.
    Cominciava seriamente a prendere in considerazione l'idea di tramortire, o anche ammazzare, il federale e cominciare ad affrontare la situazione in maniera sensata, quando arrivò Feng. Il cinese era sempre stato molto eccentrico, e faceva sfoggio del suo impianto-parrucca cambiando spesso taglio e colore dei capelli, ma vestito da puttana non lo aveva mai visto. A ben pensarci, però, non era troppo diverso dai trans che battevano lo sprawl tutte le notti... nulla che non avesse mai visto.
    L'idea del cinese era di raggiungere un night, e poi da lì sparire. Ovviamente c'era una sola persona contraria. Il damerino cominciava davvero a fargli girare le palle. Mentre il rosso cercava di convincere il capo a parole, il messicano diede mostra di buon senso, offrendogli il mento.
    Fece cenno a Feng di prendere il runner e andare verso la porta, poi assestò un cazzotto allo sbirro (non troppo forte, per questa volta) e lasciarono la casa.
    Feng lo condusse verso un parcheggio sotterraneo dove li aspettavano quattro fuoristrada di lusso. Salirono su uno, poi le quattro macchine partirono insieme, disperdendosi in direzioni diverse. Scesero a poche centinaia di metri dal locale, un posto d'alto bordo, dove furono portati nella sala ristorante. Lì li accolsero alcune cameriere (e un paio di camerieri) molto svestiti, e il proprietario. Poco dopo, arrivarono anche il federale e gli sbirri. La tavola era imbandita di cibo, alcool e droga, e mentre Feng e il proprietario Johnny facevano “discorsi da donne” un po' in disparte, loro si servirono.
    Ed eccoli, diretti ad un centro massaggi di proprietà di Feng (o di qualche suo parente o prestanome): un cinese vestito da donna, un damerino federale ancora con la scopa in culo, uno sbirro messicano ubriaco perso, uno irlandese strafatto, e un mercenario bulgaro che cercava di non farsi ammazzare per colpa di uno gnomo iperattivo.


    GIOCATORE: MARCO
    PG: FYODOR RUSLANOVA
     
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0 replies since 8/10/2014, 19:31   28 views
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