Come sono andate le cose - by Alessandro

Un altro breve racconto di cosa è accaduto nella minicronaca del 1° gruppo

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  1. Vinter
     
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    Un ventilatore stava girando pigramente nella penombra della stanza, il suo ritmico cigolio solo di sottofondo al concerto formato dal russare di tre persone.
    Ma non era certo quello che stava tenendo Norton sveglio.
    E neanche erano le voci, grida ed ansimi, che venivano dalle altre stanze del 'centro massaggi' in cui li aveva condotti Feng, chiaramente nel pieno delle sue attività anche a quest'ora della notte.
    Stanco com'era, sarebbe riuscito ad addormentarsi in piedi durante un bombardamento... non era certo il rumore, ma la preoccupazione a tenerlo sveglio.
    Era nella merda, nella merda fino al collo.
    Qui rischiava di perderci la vita, o la carriera... non voleva neanche pensare alla possibilità che tutti quegli anni di onorato servizio potessero finire nel cesso per colpa di un cinese psicotico di merda.
    Purtroppo insultare Feng, per quanto soddisfacente, non cambiava in alcun modo la situazione in cui si trovava.
    Fuori da ogni piano e procedura, portato nel cuore della Chinatown di Night City – sicuramente il territorio più congeniale a quel fottuto cinese – e senza poter contare sui due poliziotti della sua squadra.
    In parte perché stavano dormendo: uno talmente gonfio d'alcool da poter essere considerato un esplosivo, l'altro talmente fatto di Dio solo sa quale droga... e in parte perché l'avevano già tradito, preferendo i metodi di Feng a quelli dei Federali.
    Non poteva assolutamente fidarsi di loro.
    Il che lo lasciava solo con Fyodor, l'enorme slavo da guardia di Feng, che stava rimanendo vigile in modo molto professionale dopo essere rimasto attento e lontano dagli eccessi dei poliziotti per tutta la sera. Questa condotta che Norton avrebbe normalmente apprezzato lo stava facendo imbestialire provenendo dal grosso Solitario... ma non poteva avere due agenti così per la missione?
    Apparentemente no... un drogato ed un alcolizzato per lui, ed un letale professionista per Feng.
    Forse avevano ragione gli altri... forse stavano davvero per essere uccisi dai Federali stessi.
    Quello avrebbe spiegato la terribile organizzazione della missione... e LaGuerta aveva un suo personale e crudele senso dell'umorismo, sarebbe stata capace di mettere in scena una cosa del genere... ma non mettendoci la faccia. Avere diretto un'operazione finita in un enorme fallimento e con un agente morto avrebbe macchiato il curriculum perfetto di Maria LaGuerta... quindi doveva avere un piano.
    “Se solo sapessi anch'io qual'è questo piano...” Norton pensò, sospirando amareggiato.
    “Io vado al cesso.” l'annuncio di Fyodor, loquace e raffinato come sempre, venne accolto solo con un cenno di assenso da Norton, che si alzò dal letto per prendere posizione alla finestra al posto del bulgaro.
    Non appena la porta del bagno fu chiusa alle spalle dell'energumeno, Norton controllò il suo cerca-persone... lasciargli lo strumento era stata una grave svista di Feng, che si era accontentato di prendere il suo cellulare per togliergli i contatti con l'esterno.
    C'era un messaggio di LaGuerta, che esigeva di essere contattata.
    Con un misto di apprensione e speranza, Norton prese uno dei telefoni lasciati nella stanza e digitò il numero del suo capo, spostandosi sul balconcino della stanza “Qui Norton, signora.”
    Norton si stava già aspettando una sfuriata degna del sangue caliente della sudamericana, e invece la risposta fu fredda e calma “Agente Cliff Norton... per un istante, per un solo istante, facciamo finta che tutto ciò che è accaduto finora non sia mai accaduto.”

    Un tale sforzo di immaginazione era davvero impensabile per Norton, ma non sarebbe certo stato lui a contraddire LaGuerta, non mentre gli stava offrendo una seconda possibilità.
    Fare finta che non dovesse fare da guardia a Kekoa, l'ignaro Netrunner che era incappato in una verità incandescente e non sembrava essere conscio della sua situazione, o di quanti e quali potenti corporazioni potessero volerlo morto per quello. Il semplice fatto che al momento stesse dormendo tranquillo lì accanto era prova di quanto poco sapesse del mondo reale.
    Fare finta che la casa sicura in cui sarebbero dovuti rimanere non fosse stata smascherata in dieci minuti da Kekoa stesso, con la sua buona pensata di ordinare una pizza a nome del C.E.O. della Militech.
    Fare finta che Feng non avesse cercato di dirottare il trasferimento da una seconda casa sicura al suo network di contatti... per poi riuscirci con la complicità dell'intera squadra, dato dove si trovavano adesso, mandando letteralmente a puttane l'intera missione visto che le sue mete erano state covi di baldracche e transessuali.
    O, meglio ancora, fare finta di non aver mai incontrato Feng, che il cinese non esistesse affatto... beh, quello non sarebbe stato affatto male.
    “Ricevuto.” Norton disse non appena LaGuerta finì di parlare.
    “Perfetto. Sono sicura che l'operazione ritornerà sui binari al più presto.” detto questo, LaGuerta riattaccò.
    Norton mise in tasca il cellulare che aveva usato e tornò nella stanza giusto in tempo per vedere Fyodor riemergere dal bagno.
    Giusto il tempo di essere sicuro che lo slavo fosse tornato di guardia e Norton era già steso sul letto, le palpebre chiuse e il respiro profondo e regolare... finalmente stava dormendo.

    Feng arrivò nella stanza poco prima dell'alba, spalancando la porta con la sua solita teatralità “Fyodor, sveglia tutti. Abbiamo da parlare.”
    “Cosa c'è?” chiese Fyodor mentre sbatteva giù dal letto gli altri quattro, uno alla volta.
    “Scoperto cosa molto brutta. Siamo in merda.” Feng rispose, guardando fuori dalla finestra guardingo.
    “E te ne sei accorto solo ora?” Norton ridacchiò amaramente: era dal primo momento di questa fottuta operazione che erano nella merda.
    “Siamo svegli, siamo svegli...” Javier sbadigliò sonoramente “Cosa ci devi dire?”
    “Uccelino mi dice che tuo cervello prodotto di Beltapharm.” Feng indica il messicano.
    “Grande scoperta, amigo. Glielo sto ancora pagando.” Javier fece una smorfia, ma improvvisamente sembrava molto più sveglio, e completamente sobrio “Dimmi qualcosa che non so.”
    “E Beltapharm vuole lui morto.” il cinese continuò, il suo indice questa volta indica Kekoa, il quale sorrise serafico, come se la cosa non lo riguardasse.
    “Madre de Dios...” Javier rimase a bocca aperta... questo non faceva pensare a niente di buono.
    “E quindi? Possono premere un bottone nel loro fottuto ufficio e lui diventa un cyborg assassino?” chiese Murphy, guardando con apprensione il suo collega.
    “Niente di così ridicolo. Ma possono tracciare lui.” Feng scosse la testa “Sanno sempre dov'è lui...”
    “E non si può fermare?” Javier chiese, seriamente preoccupato.
    “Oh, certo che si può. Facile facile.” Feng sorrise, e non era un'espressione rassicurante “Proiettile in fronte funziona sicuro.”
    “Oi! Nessuno spara al mio compare!” si intromise Cillian.
    “Ci deve essere un'altra soluzione!” Javier si unì alla protesta “Stai parlando del mio cervello, capito?!”
    “Vuoi altro parere? Sentiamo subito piccola Mei.” Feng sospirò, come se il fatto che Javier non avesse accettato un proiettile in fronte fosse una seccatura, i capricci di un bambino “Lei ha clinica clandestina qui vicino. Grande chirurgo in piccola donna.”
    Non appena Feng cominciò la telefonata – tutta parlata in cinese – gli altri si scambiarono un'occhiata... stavano pensando tutti la stessa cosa.
    Tutti tranne Kekoa, almeno.
    La Beltapharm sapeva dov'erano... ed erano stati fermi diverse ore in questa stanza.
    Quanto ci sarebbe voluto prima che arrivasse un commando ad ucciderli tutti?
    “Allora? Cosa ha detto?” chiese Murphy non appena Feng buttò giù il telefono.
    “Ah, buone notizie!” Feng sorrise soddisfatto “Lei libera giovedì sera. Sarà divertente.”
    Una mano di Fyodor piantata fermamente sulla spalla di Javier era l'unica cosa che tratteneva il messicano dal saltare addosso a Feng.
    “Tuo piccolo problema? Troppo difficile fare operazione, lei dice.” Feng continuò “Quindi vuoi piccolo calibro o grosso calibro?”
    “Piantala di dire cazzate!” ringhiò Murphy “Tu provaci e ti ammazzo, hai capito?”
    “Tanto Beltapharm trova lui e ammazza comunque, sa questo, no?” Feng fece spallucce.
    “Lascia perdere quel cinese del cazzo, Javier.” disse Murphy, lanciando un'altra occhiataccia a Feng “Troveremo qualcosa... magari un asciugamano bagnato farà interferenza?”
    “Già, e perché non usare un colapasta allora?” commentò Norton “Stiamo parlando di tecnologia avanzata, non di una radio giocattolo.”
    La discussione sarebbe potuta andare avanti per un bel po'... dopotutto non c'era davvero una soluzione, se non sparare a Javier. Sapevano benissimo che se il poliziotto se ne fosse andato da solo l'avrebbero trovato, torturato per sapere informazioni su Kekoa e poi ucciso lo stesso.
    Sarebbe potuta andare avanti, ma così non fu.
    Quando la finestra venne frantumata dall'ingresso di un uomo in nero, tutto si fermò per un attimo.

    In quel momento, finalmente, Norton vide della professionalità dall'intera squadra.
    Mentre l'intruso, un essere sicuramente più macchina che uomo a giudicare dalle forme poco naturali che si intravedevano sotto la sua tuta e dagli occhi rossi come la spia di computer, si alzava con sorprendente calma dal pavimento tutti avevano già tirato fuori un'arma, pronti al combattimento.
    Il killer si guardò intorno, ed i suoi occhi si fissarono su Kekoa, prendendolo come obbiettivo.
    Kekoa, forse per la prima volta nella sua vita, capì di essere in pericolo. Che quello non era un videogioco ma il mondo reale, che non aveva possibilità di respawn o vite extra, e questa epifania ebbe un terribile impatto sulla sua mente.
    Il piccoletto fu subito preso dal panico, cominciando ad urlare e a correre verso la porta, schiantandosi contro di essa un paio di volte come un moscone su un vetro prima di riuscire, con l'aiuto di Norton, ad aprire la maniglia e catapultarsi fuori.
    Da dietro di loro si sentivano rumori di lotta: mobili infranti, spari, ed imprecazioni da far svenire una suora.
    Con un breve sguardo alle sue spalle, Norton vide che l'assassino stava avanzando verso di loro, mentre gli agenti Batista e Murphy cercavano di fermarlo sparando nel corridoio, frapponendosi fra la macchina assassina e Kekoa, ma con poco successo: i proiettili rimbalzavano sulla pelle rinforzata del cyber-mostro e quello sembrava non accorgersi neanche della loro presenza.
    Non riuscendo neanche a rallentarlo, i due poliziotti lasciarono perdere e si diedero alla fuga seguendo Norton e Kekoa giù dalle scale per raggiungere l'uscita.
    I tre agenti si trovarono separati da Kekoa quando il killer, ben conscio delle sue capacità, ignorò completamente gli scalini e saltò giù dalla tromba delle scale, atterrando pesantemente di fronte a loro e facendoli fermare ed inciampare... e lasciando Kekoa completamente solo con lui nella reception del centro massaggi.
    Kekoa stava ancora fuggendo a gambe levate ed aveva raggiunto la porta principale quando il killer alzò il braccio, puntandogli una pistola addosso.
    Il colpo esplose assordante nella notte.
    E il proiettile si conficcò nel soffitto, dato che proprio in quel momento Fyodor, emulando il suo collega, era saltato direttamente al piano terra saltando da sopra, ed era atterrato precisamente sul killer facendogli perdere la mira.
    I due uomini meccanici cominciarono a lottare fra di loro, una rissa tremenda con colpi che avrebbero steso dei tori, e presto Feng arrivò a dargli man forte... o almeno a provarci, anche se le sue due pistole erano troppo piccole per fare dei veri danni al killer.
    Beh, almeno lui ci credeva.

    Nel vicolo, le cose non stavano andando certo meglio: un lato della strada era stato chiuso da un blindato largo quasi quanto la via stessa, e da esso stavano scendendo quattro persone in assetto da assalto.
    Dall'altro lato un altro veicolo simile si stava parcheggiando.
    Vedendo questo dispiegamento di forze concentrato unicamente su Kekoa, Javier decise di tornare nel centro messaggio e trovare un'altra uscita.
    La missione si poteva fottere.
    Non lo pagavano abbastanza per fargli prendere un proiettile per quel Netrunner.
    Norton invece stava scattando per raggiungere il V.I.P. conducendolo verso una viuzza laterale per sfuggire agli inseguitori.
    Murphy era alle loro spalle, il fucile pronto a sparare a possibili inseguitori.
    Si sentivano rumori di altri mezzi nelle vicinanze... dovevano trovare una via d'uscita, ma non conoscevano il territorio.
    Erano praticamente spacciati.

    “C'è un fottuto esercito la fuori!” Javier urlò non appena fu dentro il centro massaggi, dovendosi scansare mentre Fyodor ed il killer, presi com'erano nella loro lotta, stavano rotolando verso l'esterno.
    Feng guardò un attimo Fyodor, ma poi decise che il grosso Solitario poteva cavarsela da solo contro il suo avversario. Lo diceva il nome, dopotutto: era un Solitario.
    E poi non gli piaceva l'idea di farsi sparare, proprio no.
    “C'è uscita sul retro. Andiamo.” Feng partì subito a camminare verso l'altro lato dell'edificio.
    Raggiunta la porta, Feng la spalancò ed uscì, solo per rientrare subito dentro trovandosi faccia a faccia con molte armi puntate nella sua direzione “Strada non sicura.”
    “Siamo circondati, cazzo!” Javier sbottò, sentendosi decisamente frustrato ma non sorpreso. Lo aveva saputo dal primo momento che sarebbe finita così...
    “Questo è momento di chiamare Guertuccia.” Feng sospirò e tirò fuori un telefono nuovo fiammante.
    “Basta giocare. Agente Batista, sa cosa deve fare.” la voce di LaGuerta proveniva chiara e forte dall'altra parte della porta.
    “LaGuerta?! Rispondi a telefono!” Feng gridò, girandosi per guardare Javier solo per vedere il poliziotto puntargli una pistola addosso.
    “Su, Feng... cammina, che così non ti devo sparare.” Javier fece un cenno verso la porta.
    “Oh, è così, eh?” Feng sospirò e abbassò il telefono “E va bene... sentiamo cosa vuole Guertuccia.”
    Non appena Feng uscì sulla strada si trovò circondato da agenti federali armati fino ai denti e condotto verso LaGuerta.
    La donna si stagliava come una figura scura, avendo i fari accesi del blindato alle sue spalle, aspettava con un'espressione soddisfatta sul volto, l'accenno di un sorriso alle labbra, le braccia conserte e un lungo cappotto solo appoggiato sulle spalle.
    Mentre Feng si stava avvicinando, LaGuerta tirò fuori il suo cellulare e cominciò una chiamata “I giochi sono finiti, agente Norton.”

    Scacco matto.
    Murphy era girato per tenere d'occhio possibili inseguitori e neanche fece caso allo squillo del cellulare di Norton.
    L'agente federale scattò in avanti, raggiunse Kekoa e la sua mano salì alla nuca del Netrunner, ancora impugnando la pistola, ed esplose un colpo.
    Non c'erano dubbi sul fatto che Kekoa fosse morto: gli mancava almeno metà della testa.
    “Missione compiuta, signora.” Norton abbassò la pistola “Il V.I.P. è morto.”
    Non appena il rombo dello sparò si placò, un urlò rimbombò nel vicolo “Ma che cazzo fai?!”
    Era Murphy, e stava fissando Norton con più diffidenza del solito mentre teneva il fucile ancora alto e pronto a sparare.
    “Dobbiamo tornare al punto di ritrovo ora.” Norton disse, senza tradire alcuna emozione “Andiamo.”
    “Andiamo?” Murphy ringhiò “Certo, capo, così mi puoi sparare appena mi giro? Non credo proprio.”
    “Non ho nessun motivo di sparare a lei, agente Murphy. E ora abbassi quell'arma.” Norton continuò anche se stava pensando “Stai puntando un'arma ad un tuo superiore, Murphy... è materiale da tribunale questo.”
    “E per sparare a Kekoa? Che motivo avevi, eh?” Norton cominciò a notare alcuni segni di... eccessiva eccitazione in Murphy, e si ricordò che l'irlandese si era drogato alcune ore prima. Forse non si poteva davvero ragionare con lui.
    “Stavo eseguendo gli ordini.” Norton disse, in un modo che faceva intuire che, se fossero stati degli ordini, avrebbe sparato alla sua stessa madre “E lei dovrebbe fare lo stesso, agente.”
    “Gli ordini di chi? Noi dovevamo proteggerlo quello gnomo del cazzo!” Murphy gridò.
    Norton si ricordò di avere ancora al telefono LaGuerta “Credo che l'agente Murphy voglia parlare con lei, signora.” e mise la chiamata in viva-voce.
    “LaGuerta? È lei?” Murphy chiamò, tenendo sempre il fucile e gli occhi ben puntati su Norton.
    “Si, agente Murphy. Qual'è il problema?” LaGuerta rispose dall'altro lato.
    “Norton ha appena ucciso Kekoa!”
    “Sì, lo so. La missione è conclusa, dunque. Tornate alle macchine e verrete riportati alla centrale.” LaGuerta sembrava annoiata.
    “Ma...” Murphy cominciò.
    “È tutto, agente Murphy.” LaGuerta riagganciò e Murphy abbassò il fucile un po', non era più pronto a sparare.
    “Visto? Erano gli ordini.” Norton mise via il cellulare “Possiamo andare adesso? O ti piace così tanto questo posto di merda?”
    Murphy emise un suono che era a metà fra un grugnito ed un sospiro, un misto di frustrazione e rassegnazione “Va bene... ma tieni le mani dove posso vederle. Non mi fido comunque.”
    “Mi spieghi cosa te ne frega di Kekoa?” Norton chiese “Non mi era mai sembrato ti stesse particolarmente simpatico.”
    Murphy rimase in silenzio per un po', pensando davvero alla risposta a quella domanda.
    Non l'aveva mai potuto soffrire quell'idiota... “Gli volevo sparare io, cazzo!”

    Fyodor era riuscito a mettere a terra il killer, non senza fatica e aver preso un po' di botte, ma ci era riuscito.
    E poi era corso di nuovo nel centro massaggi prima che gli uomini armati lì attorno cominciassero a sparargli.
    A quanto ne sapeva lui, gli altri erano stati catturati od uccisi dall'esercito che c'era lì attorno, e lui non aveva intenzione di fare la loro stessa fine.
    La partita era chiusa, loro avevano perso... ma lui personalmente forse no.
    'Fotti e non farti fottere' questo era il suo codice... e non sarebbe certo stato lì a prenderlo in culo per far piacere a Feng.
    Lo slavo si nascose in uno sgabuzzino del centro massaggi per qualche minuto, sentendo i blindati andarsene senza che nessuno fosse venuto a cercarlo.
    Poco dopo uscì, tornò alla loro stanza per cambiarsi e camuffarsi come poteva, e poi uscì, confondendosi nello Sprawl e lasciandosi alle spalle tutta questa vicenda.
    Che lavoro del cazzo, non avrebbe mai dovuto accettarlo.

    “Non avrei mai pensato che un professionista del suo calibro sarebbe caduto per una trappola così ovvia, Ong.” LaGuerta cominciò a parlare mentre l'auto tornava alla stazione “Erano informazioni chiaramente pericolose, non se ne era accorto? E venire direttamente da noi ad offrircele? Non una mossa geniale.”
    “Voi messo informazioni su rete, ma poi non volere pubbliche?” Feng mosse le mani, provando un certo disappunto nell'essere ammanettato “Strano gioco voi giocate.”
    “La Beltapharm ha davvero finanziato la campagna elettorale del candidato sindaco Rodriguez. Quello che ci mancavano erano le prove... e le abbiamo fornite.” LaGuerta non stava neanche cercando di nascondere i fatti a questo punto “O dovrei dire dell'ex-candidato Rodriguez. L'altra sera ha spontaneamente ritirato la candidatura.”
    “Quindi processo non più necessario, e Kekoa scomodo.” Feng annuì.
    “Esattamente.” LaGuerta si voltò per guardare Feng negli occhi “Avrei voluto fare lo stesso con lei, Ong, ma purtroppo il suo futuro prevede solo una notte in cella e poi la libertà. Ma le consiglierei di occuparsi di faccende meno interessanti d'ora in poi, o potrebbe darmi il piacere di ficcarle una pallottola nel cranio.”
    “Cella?” Feng sembrava stupito.
    “Cosa non capisce del concetto?”
    “Sarò chiuso in cella? Solo? Niente telefono?” Feng chiese, con crescente sconcerto.
    LaGuerta annuì, ma il suo sorriso soddisfatto cambiò in una smorfia esasperata quando Feng esclamò “Allora potrò dormire! Quattro giorni che sono sveglio, sa?”
    “Posso fare solo una domanda?” Feng continuò, il suo sguardo era diventato completamente serio.
    “Che cosa c'è, Ong?”
    “Fa qualcosa venerdì sera? Conosco bel posticino e...”


    AUTORE: ALESSANDRO
    PG: CLIFF NORTON
     
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