[BACKGROUND] Feng Xiao-Ong - Ricettatore

Il background consegnato al giocatore

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  1. Vinter
     
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    Appoggiato alla balaustra della nave, dopo una traversata infernale iniziata a Londra (quante volte
    aveva vomitato su quella bagnarola? Non lo sapeva), Feng alzò la testa e la vide. La costa orientale
    degli Stati Uniti d'America … o quello che ne restava. La megalopoli che si estende da Boston a
    Washington sembra quasi aver mangiato la linea dell'orizzonte per sprofondare le proprie radici di
    lamiere e cemento oltre la linea verde-viola dell'Oceano, ormai più benzene che acqua.
    Ma eccola. La vecchia Signora. Punto di arrivo e al tempo stesso promessa di un nuovo e migliore
    punto di partenza: la statua della libertà. Un blocco di acciaio rivestito solo a tratti dalla copertura in
    rame, imbrunito da una patina di quegli stessi pulviscoli che stanno oscurando il cielo e ormai
    ingobbita sotto il peso degli anni e dell'incuria. Certo, nelle cartoline olografiche e nelle
    riproduzioni virtuali in 3d era tutt'altra cosa: slanciata verso i cieli, retta, benevola e severa al tempo
    stesso, un faro nelle tenebre della post-modernità. In un certo senso il simbolo, ancor fulgido nel
    suo splendore, ha spiccato il volo nella matrice liberandosi della propria carcassa e del pericolo
    dell'obsolescenza. Ma queste sono puttanate da Cowboy.
    Quella statua, agli occhi di Feng, risultava essere così reale da sprofondare nel degrado anche
    l'ideale. La libertà. Già.. quella stessa libertà che gli era stata tolta 3 anni prima quando la
    Repubblica Popolare Cinese fece saltare le trattative con gli inglesi e si prese con le armi la sua terra
    natia, Hong Kong. Gli portarono via le sue proprietà, la sua common law e volevano anche portargli
    via la memoria di quella libertà civile ed economica che gli avevano consentito di fare fortuna nel
    campo dei traffici internazionali più o meno leciti. Quei ricordi erano troppo pericolosi.
    Rieducazione popolare, questo era il nome ufficiale di quel fottuto programma di lavaggio del
    cervello. Feng li aveva visti quei gusci vuoti, quegli occhi spenti e disorientati. Li aveva visti in suo
    padre. Fuggì.
    E ora eccolo lì, dall'altra parte del mondo dopo aver passato il confine cinese in clandestinità grazie
    ai suoi vecchi contatti di Londra. Poteva, anzi, doveva ricominciare, rimettere in piedi la sua attività
    e la sua rete di contatti. Le metropoli nord-americane sono il terreno ideale per lui, soprattutto ora
    che il governo centrale è quasi ridotto all'impotenza. Non era rimasto da solo, nell'ambiente il suo
    nome ha raggiunto una certa notorietà e molti clienti sono in debito con lui. Fra i tanti debitori c'era
    anche lui. Sul Time Square di Feng iniziò a scorrere in caratteri rossi il nome di Fyodor Ruslanova.
    Un avanzo di guerra civile Bulgaro incontrato l'anno prima durante la sua permanenza in Europa.
    Lo aveva aiutato a fare un conto fantasma presso una banca europea con sede legale in una di quelle
    isole del pacifico fuori dal mondo e fuori da ogni sistema legale, in modo da poter depositare la
    borsa di contanti che si portava appresso. Un tipo tosto che non aveva paura di sporcarsi le mani,
    poteva venirgli utile in certi lavori. Il Time Square lampeggiò tre volte prima di spegnersi. Vomitò.

    AUTORE: ANDREA
     
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